IL CASINO DI CACCIA DEL DUCA FRANCESCO IV DI MODENA

Francesco IV d’Austria d’Este penultimo Duca di Modena acquistò a San Felice negli anni 20 dell’800 un edificio chiamato Casino Frigeri dotato di una torre colombaia. Posto ai margini dell’abitato si trovava in una posizione ottimale rispetto all’ubicazione delle possessioni agricole e al bosco della Saliceta che erano di sua proprietà a San Felice. L’architetto Giacomo Parisi fu incaricato di dirigere i lavori per trasformare l’abitazione in una dimora degna del duca. Completato nel 1847, il casino verrà utilizzato dal figlio, Francesco V, per fare battute di caccia al bosco. È in stile neoclassico. La facciata principale è quella che appare oggi rivolta verso le scuole medie, è tripartita, sorretta da quattro lesene e sormontata da tre frontoni. Le due ali ai lati del cortile servivano da scuderie per cavalli e locali di servizio. Le stanze del piano nobile sono affrescate con decorazioni sobrie. Il casino del Duca, anche chiamato villa Ferri (dal nome dell’ultimo proprietario), ha molto sofferto per il sisma del 2012, attualmente è di proprietà privata e chiuso al pubblico.

IL DIPINTO DELLA DEPOSIZIONE DALL’ORATORIO DI SANTA CROCE ALLE COLLEZIONI ESTENSI

Nel 1817 il Duca di Modena Francesco IV d’Austria-Este fece togliere dall’oratorio di Santa Croce, ubicato nel centro del paese, il dipinto che stava sopra l’altare maggiore, dipinto di proprietà della confraternita del Santissimo Sacramento, che la stessa possedeva già nel suo vecchio oratorio quando questo si trovava vicino alla chiesa parrocchiale. Raffigura la Deposizione di Cristo dalla croce, è attribuito alla bottega del Garofalo, artista ferrarese del ‘500, ed ora è esposto alla Galleria Estense di Modena. Il Duca lo adocchiò probabilmente durante una delle sue visite a San Felice, dove possedeva il suo casino di caccia e lo volle per la sua collezione di dipinti in Palazzo Ducale a Modena, per rimpinguare la sua galleria dopo le spoliazioni effettuate dall’armata francese durante la campagna d’Italia a fine ‘700. Le trattative di cessione si protrassero fino a quando il parroco e la confraternita accettarono lo scambio consistente in una somma di denaro e una copia del dipinto eseguita dal pittore carpigiano Ippolito Cialdini. Nelle missive, conservate presso l’archivio parrocchiale, vengono definite anche le modalità piuttosto insolite per il trasporto dell’opera fino a Modena “sopra barella portata da due uomini, ed accompagnata da un deputato che vegli alla felicità del trasporto, avertendo di coprirla con lenzuola senza sopra porvi verun altra cosa, onde non venga pregiudicata”. Il 20 giugno del 1817 il dipinto risultava ricevuto dall’intendenza camerale: “rilasciato all’Intendenza Camerale un quadro dipinto in asse rappresentante la Deposizione di Gesù dalla Croce levato dalla chiesa od oratorio di piazza detto di S. Croce di S. Felice da collocarsi nella galleria di S.A.R.”.

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